IL RELITTO DEL GALEONE FRANCESE LE TIGRE - CALA BARCA ISOLA PIANA - Il Galeone Francese, si tratta di un vascello armato con cannoni identificato come Le Tigre

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Cala Barca - Il Vascello francese "Le Tigre"


Profondità min.: 5mt
Profondità max 20mt
Ingressi o aperture 2+3
Livello facile
Difficoltà minime
Segni particolari
sito archeologico suggestivo

 


IDENTIFICAZIONE DELLA NAVE: ricerche approfondite negli archivi francesi hanno gettato luce sul relitto. Alla luce di quanto emerso dalla documentazione materiale, si è potuto identificare la nave con un ragionevole margine di certezza: si tratta del vascello francese Le Tigre, da 400 tonnellate di stazza costruito nel 1642 probabilmente da Jean de Werth (DEMERLIAC 1995) a Indret sulla costa atlantica ed armato (nel 1664) a flauto (in francese fluste (ant., femm.) o flûte (femm.), in inglese flute-ship, in olandese fluyt-schip), con 28 o 30 cannoni, affondato nei pressi di Capo Caccia il 22 settembre 1664 con un carico molto compatibile con i resti esistenti sul fondale di Cala Barca. Nel naufragio vi furono 64 morti annegati. Il vascello, sotto il comando del capitano Du Vivier, partecipava alla spedizione ordinata dal re di Francia Luigi XIV per la lotta contro i pirati barbareschi che infestavano il Mediterraneo Occidentale partendo dalle loro basi africane. Il carico era costituito da rinforzi di truppa, viveri, munizioni ed un gran numero di utensili per la costruzione delle fortificazioni di Djidjelli.
La nave era forse accompagnata da quattro barche probabilmente cariche anch'esse di uomini e materiali, ma per queste non si hanno notizie di naufragio; inoltre, gli imbarcati a bordo del Tigre erano 122; considerando che la costa fra Cala Barca ed Isola Piana è alta, ripida e inaccessibile dal mare con facilità, è da desumere che i superstiti (capitano Du Vivier e 57 uomini) possano essere stati tratti in salvo appunto dalle barche che essendo più piccole del Tigre avranno potuto evoluire nel ristretto specchio di mare.

ALTRI CONTRIBUTI: Il ricercatore Mario Galasso ha portato l'attenzione alla Sardegna dove, con l'aiuto della Drassm, l'organizzazione francese per le ricerche subacquee, è stato possibile controllare l'elenco di tutte le navi affondate fra metà XVII e metà XVIII secolo. Una zona particolarmente ricca di relitti risulta essere quella dell'isola Piana, presso Alghero (Ss), dove è stato rinvenuto il relitto postmedievale di Cala Barca, che, in seguito a ricerche approfondite negli archivi francesi, è stato possibile identificare con il vascello francese "Le Tigre", costruito nel 1642 sulla costa atlantica e affondato nelle acque sarde il 22 settembre 1664. La nave partecipava alla spedizione ordinata dal re di Francia Luigi XIV contro i pirati che infestavano il Mediterraneo occidentale partendo dalle loro basi africane. Fra gli oggetti di bordo recuperati: due cannoni, piatti con marchi di fabbrica e una saliera di peltro.

DESCRIZIONE SITO DI IMMERSIONE ED ITINERARIO:

Nella nella zona sud di Cala Barca affiorano alcuni scogli che nella parete sommersa precipitano fino a ca 20 mt di profondità con un fondale molto vario. E' evidente che in questi scogli è andato a naufragare il famoso relitto oggetto della nostra esclusiva immersione. La parete offre alcune piccole grotte, archetti ed archi con passaggi molto suggestivi, sul fronte che poi termina a ca 27 mt con diversi enormi massi. Sul fondale centinaia di mattoncini rettangolari assieme ad alcune decine di blocchi di pietra squadrata, forse arenaria, sono sparsi dapertutto con molti di questi insaccati ed in parte insabbiati sotto i vari massi e nelle grottine sotto la parete. L'unico grande cannone rimasto dopo i vari discutibili recuperi degli anni '70, e subito visibile ad inizio immersione, rimane maestosamente incastonato nel corralligeno che ha lavorato per ca 250 anni formando un corpo unico col fondo. Il percorso di immersione si articola per buona parte lungo la parete sommersa che attraverso un tunnel ad arco quasi perfetto ci riporta verso la superficie. Grazie a diversi articolati passaggi si può entrare infine in una particolarissima grotta posta nel piede della falesia esterna, a profondità che vanno da -7 a 0 mt nel sifone interno. Grotta molto suggestiva per i vari giochi di luce che penetrano dalle varie aperture poste a bassa profondità ed ideale. Usciti dall'apertura rivolta a nord ci riportiamo gradualmente verso il fondo fino ad alcune grandi piattaforme di roccia collegate da un enorme e spettacolarissimo arco perfetto, all'ombra del quale branchi di pesci di vario genere vivono protetti dalla luce diretta, fin nelle parti più scure che formano ambienti simili a grotte. Viene da chiedersi come è possibile che si sia formata una struttura naturale come questa. si ritorna verso l'ormeggio riaffiancandosi al piede della falesia ripercorrendo altri cunicoli e passaggi che fiancheggiano le pareti presso il luogo del naufragio fino alla cima di ormeggio.

Testi Mario Galasso e Marco Busdraghi


Aggiornato al 08.05.2006

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